La
legge dei bruchi spiega che tutti i bruchi sono uguali, ma Cara, vedeva
così tante differenze… Ognuno con i suoi colori, le sue forme, in realtà
in tutto il pianeta dei bruchi non esisteva un bruco uguale a un altro.
Anche se due bruchi potevano sembravare uguali, quando Cara si
concentrava riusciva a trovare le differenze anche tra due gemelli,
perché alla fine delle differenze c‘erano sempre. E allora perché
volevano che si vestissero tutti uguali, che si lisciassero il pelo
tutti nello stesso verso, che mangiassero tutti le stesse cose? Cara diceva tutto questo alla maestra, la quale rassegnata la lasciava parlare senza darle importanza. Uffa! Nessuno le dava
mai ascolto… o parlava di quello di cui parlano di solito i bruchi o
niente, anche gli argomenti dovevano essere tutti uguali, certo nessuna
legge lo specificava, ma era così, visto che nessuno voleva mai parlare
di qualcosa di diverso dal nuovo colore di bruco che andava di moda
quell‘anno. Che noia… per ammazzare
il tempo Cara leggeva storie sulle farfalle. Ah! Le storie sulle
farfalle erano le sue preferite, gli altri bruchi la prendevano in giro:
„Cara vuole diventare una Farfalla! Cara dove hai lasciato le ali
stamattina? “Ma Cara non gli dava
importanza, loro certe cose non le capivano, a loro non interessa altro
che essere il bruco più colorato, avere una foglia tutta loro da brucare
o avere un bruco con cui brucare. Cara invece sognava di
volare, sognava macchie di colori invece che ordinate righe colorate, in
fondo si sentiva anche un po‘ superiore agli altri, le cose che
immaginava lei in pochi minuti, erano molto più divertenti di tutto
quello che facevano di interessante gli altri bruchi per intere
settimane. Una volta in un libro
Cara trovò una vecchia leggenda che diceva che un tempo tutti i bruchi
diventavano farfalle, oh non sarebbe meraviglioso se fosse vero? Perfino la mamma e il
papà quando Cara parlava di diventare una farfalla e delle antiche
leggende non facevano che ridere. Non lo facevano con cattiveria, solo
che per loro parlare di farfalle era davvero inconcepibile. La mamma
alle volte si preoccupava, perché sua figlia non voleva essere un bruco
come tutti quanti? Perché sua figlia era sempre insoddisfatta?Alle volte Cara
piangeva, quando pensava al fatto che non avrebbe mai volato, mai avuto
le ali, si chiudeva nella sua tana col suo barattolo di foglie essiccate
e si abbuffava, e allora un po‘ di buonumore ritornava. Chiudeva gli
occhi e iniziava a immaginare di muoversi come una farfalla, ma non era
affatto facile strisciare per terra con le movenze di una farfalla.
Rotolava, si dimenava ma era tutto inutile. Qualche
volta Cara tentava di uscire con gli altri bruchi, voleva integrarsi,
non parlare più di farfalle e vedere che effetto faceva. Ma si sentiva
solo una farfalla senza ali che parlava con dei bruchi che non avevano
nemmeno idea di cosa sia il volo. Niente, non c’era niente
da fare, poteva solo essere un bruco, e continuare a brucare con tutti
gli altri per tutta la vita. Solo che l’idea di brucare e basta era
senza senso per lei, così piangeva e mangiava foglie essiccate quando
nessuno la vedeva. Sigh! Alle volte era veramente troppo triste. Un giorno decise che
triste per triste, conveniva rinunciare alla sua foglia sicura e alla
pappa preparata dalla mamma. Tanto tutto questo non la rendeva comunque
felice. Litigò tanto con i suoi genitori, ma alla fine ottenne il
permesso di fare un viaggio. Cara voleva vedere il pianeta dei bruchi
con i suoi occhi, chissà se da qualche parte c’era davvero un bruco
uguale a lei, chissà se da qualche parte i bruchi erano davvero tutti
uguali. Partì col suo piccolo bagaglio e i risparmi di quello che non aveva speso dalla sua paghetta e andò un po’ in giro. Non tutte le foglie
erano comode come quella dei suoi genitori, e elle volte la famiglia le
mancava, però imparò tante cose, le regole non erano uguali in tutti i
paesi dei bruchi. E andando in giro, alle volte incontrava bruchi che
avevano viaggiato più di lei, bruchi che si interessavano di tante cose,
e qualcuno sognava anche di volare. In alcuni paesi esistevano musei
del volo, e un anziano bruco incontrato una volta su uno stagno,
raccontava di aver visto in gioventù un gruppo di farfalle volare tutte
insieme, ed ognuna aveva le ali di colore diverso. Cara rimaneva ad
ascoltare il vecchio bruco per ore intere, lei non aveva mai nemmeno
pensato che le farfalle potessero avere le ali di colori tutti diverse
tra loro. Ah… era tutto così affascinante! Piano piano Cara iniziò a
chiedersi come facevano i bruchi delle leggende a diventare farfalle. E
raccogliendo informazioni qua e là iniziò a farsene un’idea. Chi diceva
che un bruco dovesse morire per diventare farfalla, chi diceva che
dovesse dormire e chi concentrarsi … Chissà se un bruco sa quando
diventa farfalla o lo diventa per caso? Il vecchio bruco diceva che si
diventa farfalle solo quando uno sa così tante cose del volo da imparare
a volare anche senza avere le ali. E questa soluzione sembrò a Cara la
più convincente, inizio quindi a studiare, a raccogliere materiale, e
ben presto il volo non fu più solo una fantasia ma qualcosa che sembrava
sempre più concreto. Ora quando imitava il movimento di una farfalla,
forse non riusciva comunque a farlo, ma almeno nella sua testa conosceva
le più piccole sfumature dei movimenti che c’erano da fare. Lei ce la metteva tutta
per imparare tutto sul volo, e alle volte era veramente estenuante, era
difficile trovare nuove informazioni, e soprattutto difficile trovare da
mangiare, i soldi della paghetta ormai erano finiti, Cara cercava di
non spendere niente, ma era un’impresa quasi impossibile. Una sera mentre
immaginava di volare Cara si addormentò per terra al freddo, senza una
coperta, ma nemmeno se ne accorse, era troppo presa a volare, quel sogno
durò molto a lungo, e il freddo le indurì le membra. I vecchi amici che
la trovarono in quella situazione ebbero paura, tentarono di
svegliarla, di sbloccarla, e temettero per la sua vita. Intorno a lei si
era creato un bozzolo e tutti credettero fosse morta. Invece Cara si risvegliò, ruppe il suo bozzolo e ne uscì fuori più bella di prima.
Era così felice, adesso
aveva un paio di ali coloratissime. Andò a cercare tutti i suoi amici
per salutarli, e raccontargli tutto, ma gli altri non la vedevano. Lei
urlava, li chiamava, bussava alla loro porta, ma nessuno la sentiva,
solo il vecchio bruco disse che gli sembrava di aver visto qualcosa
volare via da casa sua, ma nessuno gli credette mai. Cara era felice ma al
tempo stesso disperata, era come se lei non esistesse più. Ora poteva
volare certo, ma sarebbe rimasta sola per sempre? Volò via disperata e
sola, ormai si era rassegnata, quando improvvisamente alcune farfalle le
vennero incontro. No che non era sola, quello era il mondo delle
farfalle, purtroppo però i bruchi non riuscivano a vederlo. Ma chi erano tutte quelle farfalle? Erano sempre state così o come lei un tempo erano state bruchi? La portarono dalla farfalla anziana, la vecchia Lepidottera, e a lei Cara rivolse tutte le sue domande. Lepidottera le accarezzò
la testa e con dolcezza rispose che sempre meno farfalle venivano dal
mondo dei bruchi, perché i bruchi stavano dimenticando col tempo che
cos’era il volo. Che ogni bruco ha sempre
avuto la possibilità di diventare farfalla, ma spesso si accontentano
di brucare la loro foglia e non vogliono altro…

sorellina c'e un piccolo premio per te nel mio blog
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